domenica 22 agosto 2010

Non affannatevi!

Oggi sentiamo sempre più spesso parlare di precarietà, di difficoltà o addirittura di impossibilità a fare dei progetti di vita. Come potremmo, se è tanto difficile trovare lavoro? E quando qualcuno un po' più fortunato lo trova, riesce ad avere un contratto della durata di pochi anni. E allora, in un contesto come questo, come si può anche solo lontanamente pensare di sposarsi e di "metter su famiglia"?
Certo, il periodo che stiamo attraversando non è dei più facili, eppure anche in questo il Signore ci rivolge il suo invito:
Per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, nè mietono, nè ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena. (Mt 6, 25-34)
Che parole rassicuranti! Quanta speranza possiamo trarne! Eppure, siamo gente di poca fede: ci diciamo cristiani, a parole crediamo anche nella Provvidenza, ma poi all'atto pratico, quando davvero dovremmo affidare il nostro cuore e la nostra vita al Signore, siamo spaventati, non riusciamo a fidarci. Sì, nella quotidianità della nostra vita, non ci fidiamo di Dio! Pensiamo che quello che il Signore può fare per noi possa non essere abbastanza, che in qualche modo dobbiamo dargli una mano noi perché le cose possano andare nel verso giusto. Non riusciamo a credere pienamente che nulla è impossibile a Dio! (Lc 1, 37) Quando mi attraversano questi pensieri, quanto sento la mia piccolezza... ma il Signore è con noi, è pronto a farci rialzare, e con immensa misericordia ci perdona per queste nostre debolezze e continua a camminare al nostro fianco.

Ad ogni modo, dobbiamo fare attenzione a non fraintendere le parole di Gesù per portarle a nostro vantaggio: egli non ci sta dicendo che dobbiamo incrociare le braccia e aspettare che sia Lui a mettere le cose in ordine e a far sì che tutto vada bene. Piuttosto, ci indica chiaramente la strada: cercare il Regno di Dio! Anche in un altro episodio, Gesù ci fa notare che le pre-occupazioni e l'ansia che ogni tanto ci assale non fanno che allontanarci dalla ricerca del regno di Dio, verso il quale siamo in cammino e che siamo chiamati ad attuare anche qui su questa terra:
Una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: «Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma Gesù le rispose: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta». (Lc 10, 38-41)
Per questo, non facciamoci scudo della "precarietà" della vita odierna perché non vogliamo prendere l'impegno di vivere la nostra vocazione, a cui il Signore ci chiama. Non è facile, la tentazione è quella dello smarrimento, dello sconforto: non sapendo cosa faremo domani, dove saremo, come possiamo pensare di progettare alcunchè? E come possiamo pensare di costruire una famiglia e mettere al mondo dei figli? Per dare loro una vita di difficoltà e privazioni? Ma queste sono tentazioni, di queste cose si preoccupa la gente del mondo (Lc 12, 30): è qui che dobbiamo lasciar spazio alla nostra fede, aprire il nostro cuore allo Spirito Santo, perché rivoluzioni il nostro modo di pensare e ci renda capaci di Amare e di vivere con semplicità e umiltà sull'esempio della Sacra Famiglia di Nazareth. Seguiamo l'esempio di Maria, che di fronte all'annuncio dell'arcangelo Gabriele, ha risposto il suo "Eccomi!". Non perdiamo mai la Speranza! Nei momenti di sconforto, affidiamo il nostro cuore e tutta la nostra vita a Dio, perché sia Lui ad indicarci la via da seguire; nei momenti di gioia, rendiamo a Lui grazie, perché tutta la nostra vita sia un inno di lode al Signore che ci ha creati.

La domenica, alla fine della S. Messa, spesso il diacono ci congeda con queste parole: "Glorificate il Signore con la vostra vita. Andate in pace". Accogliamo queste parole e cerchiamo di viverle profondamente, perché la pace di Cristo riempia i nostri cuori e allontani da noi quelle ansie che ci impediscono di vivere glorificando Dio. Non servono grandi cose per essere felici: l'amore del proprio marito, l'amore dei figli, l'amore per il marito ed i figli, se sono specchio dell'amore di Dio, possono rivoluzionare ogni logica umana, e permetterci di vivere ogni giorno con Fede autentica, rinnovata Speranza, pieni di Carità.