domenica 6 giugno 2010

Nelle mani di Dio

Prima di quello del 25 maggio, erano passati diversi mesi dal precedente intervento che avevo scritto... gli impegni quotidiani - si sa - son sempre tanti e spesso, con estrema facilità, ci lasciamo travolgere dagli eventi che si susseguono nella nostra vita, senza riuscire a fermarli, né a fermare noi stessi... non riusciamo ad accettare di perdere qualcosa della mondanità che ci avvolge, per raccoglierci in preghiera, lasciando tutto il resto fuori e restando soli con Dio, noi e Lui. Ci ricorda Gesù:
Quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. (Mt 6, 6)
Quando decisi di aprire questo blog, lo feci col proposito di farmi piccolo strumento nelle mani del Signore, per trasmettere e testimoniare il Suo messaggio - attraverso la Sua Parola e la testimonianza della Chiesa - con particolare riferimento alla vocazione matrimoniale. Per questo, ho sempre voluto dare importanza ad ogni intervento, trattenendomi dalla tentazione di riportarvi pensieri miei personali, e cercando piuttosto di prepararlo con cura, perché fosse frutto di preghiera e di meditazione sulla Parola di Dio e, come scrive San Paolo,
Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me. (Gal 2, 20)
Questa intenzione per me rimane ancora vera, ma in passato mi è capitato di rinunciare a scrivere qualcosa, perché lo ritenevo inadeguato, troppo semplice, volevo ancora leggere e cercare e pregare... Ma nella preghiera ho anche capito che il Signore fa affidamento su di me pur nella mia imperfezione, nella mia debolezza; io non potevo accettarle, ma parlavo per me stessa, non per Lui: Lui è accanto a me e continua a parlarmi e a sostenermi, affinché io possa continuare a servirlo e a compiere la sua missione, annunciando e testimoniando il suo messaggio d'Amore, anche e soprattutto con semplicità.
E' comprensibile che questo possa intimorirci, che possiamo non ritenerci all'altezza di questo compito; persino Mosé rivolse a Dio queste parole:
«Mio Signore, io non sono un buon parlatore; non lo sono mai stato prima e neppure da quando tu hai cominciato a parlare al tuo servo, ma sono impacciato di bocca e di lingua». (Es 4, 10)
Ma Egli subito (lo) ci rassicura:
«Chi ha dato una bocca all'uomo o chi lo rende muto o sordo, veggente o cieco? Non sono forse io, il Signore? Ora va'! Io sarò con la tua bocca e ti insegnerò quello che dovrai dire». (Es 4, 11-12)
E se sono così giovane, sposata da appena un anno, come posso pensare di sapere cosa sia il matrimonio e come vada vissuto? All'inizio tutto è facile e bello, ma i problemi verranno più avanti. Ecco, non mi crederanno, non ascolteranno la mia voce, ma diranno: Non ti è apparso il Signore! (Es 4, 1) Ma ciò che conta è la testimonianza, gettare il seme perché poi possa portare frutto, e farlo con umiltà e speranza, senza presunzione, con cuore sincero... e il Signore Dio farà il resto! Di fronte alla chiamata di Dio, Geremia rispose:
«Ahimé, Signore Dio, ecco io non so parlare, perché sono giovane». Ma il Signore mi disse: «Non dire: Sono giovane, ma va' da coloro a cui ti manderò e annunzia ciò che io ti ordinerò. Non temerli, perché io sono con te per proteggerti». Oracolo del Signore. (Ger 1, 6-8)
Questo invito il Signore lo rivolge ad ognuno di noi ed è sempre aperto. In particolare, io e mio marito sentiamo fortemente di aver ricevuto questa chiamata nel matrimonio, per contribuire alla edificazione del Regno di Dio nella storia mediante quelle stesse realtà quotidiane che riguardano e contraddistinguono la condizione di vita [della famiglia cristiana]: è allora nell'amore coniugale e familiare - vissuto nella sua straordinaria ricchezza di valori ed esigenze di totalità, unicità, fedeltà e fecondità - che si esprime e si realizza la partecipazione della famiglia cristiana alla missione profetica, sacerdotale e regale di Gesù Cristo e della sua Chiesa; l'amore e la vita costituiscono pertanto il nucleo della missione salvifica della famiglia cristiana nella Chiesa e per la Chiesa. [...] Partecipe della vita e della missione della Chiesa, la quale sta in religioso ascolto della Parola di Dio e la proclama con ferma fiducia, la famiglia cristiana vive il suo compito profetico accogliendo e annunciando la Parola di Dio: diventa così, ogni giorno di più, comunità credente ed evangelizzante. [...] La famiglia cristiana, soprattutto oggi, ha una speciale vocazione ad essere testimone dell'alleanza pasquale di Cristo, mediante la costante irradiazione della gioia dell'amore e della sicurezza della speranza, della quale deve rendere ragione. (Familiaris Consortio, 50-52)

Rispondere a questa chiamata non è facile, non ci sentiamo "arrivati" nè abbiamo la presunzione di credere che i problemi li abbiano solo gli altri; sappiamo di essere solo all'inizio di questo cammino, ma siamo pronti ad assaporarne la bellezza e ad affrontarne le sofferenze: è questo che ci siamo promessi il giorno del nostro matrimonio, ed in questo abbiamo la certezza di non camminare da soli. A volte si dice che gli sposi siano lasciati da soli, che la Chiesa e i sacerdoti si preoccupino di "sottrarre" coppie al matrimonio civile per sposarli in chiesa e che poi li lascino a loro stessi, abbandonandoli alle loro difficoltà. Non è così! Giovanni Paolo II che ci ha regalato la Familiaris Consortio, che è in grado di darci preziose indicazioni su come possiamo vivere la nostra vocazione coniugale e familiare nella Chiesa. Ma questo è solo un esempio; dobbiamo solo metterci alla ricerca, essere aperti all'ascolto, essere pronti a lasciarci sorprendere e trasformare dall'Amore di Dio!

Concludo affidando al Signore una semplice preghiera (attribuita dalla tradizione a san Francesco d'Assisi):

Signore, fa' di me uno strumento della Tua Pace:
Dove è odio, fa ch'io porti l'Amore,
Dove è offesa, ch'io porti il Perdono,
Dove è discordia, ch'io porti l'Unione,
Dove è dubbio, ch'io porti la Fede,
Dove è errore, ch'io porti la Verità,
Dove è disperazione, ch'io porti la Speranza,
Dove è tristezza, ch'io porti la Gioia,
Dove sono le tenebre, ch'io porti la Luce.

Maestro, fa che io non cerchi tanto
Ad esser consolato, quanto a consolare;
Ad essere compreso, quanto a comprendere;
Ad essere amato, quanto ad amare.

Poiché, così è:
Dando, che si riceve;
Perdonando, che si è perdonati;
Morendo, che si risuscita a Vita Eterna.

Amen